mercoledì 10 settembre 2014

Isernia. Assemblea dell'Ordine degli Avvocati per opporsi alla chiusura della Corte d'Appello di Campobasso e ai tribunali di Larino e Isernia

Assemblea del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Isernia questa mattina, contro la paventata chiusura della Corte d’Appello di Campobasso e i tribunali di Isernia e Larino. Convocata dal presidente dell’ordine Marciano Moscardino, hanno partecipato in massa gli avvocati pentri, tutti concordi ad opporsi al pacchetto giustizia del governo Renzi.

Il presidente Moscardino, senza mezzi termini, ha illustrato la situazione di precarietà che sta affrontando la nostra regione per il numero esiguo dei suoi abitanti, difficile poter credere che le cose possano restare così, ha affermato, in merito alla permanenza della corte d’appello, in qualche modo, vi deve essere un cambiamento. Bisogna vedere in quale direzione impegnarsi per comunicare al Governo l’importanza strategica dei tribunali molisani, che ricadono in un territorio seppur poco abitato: molto vasto.



L’idea di Moscardino, è nella direzione dell’allargamento dei confini geografici, per la giurisdizione dei tribunali. Guardare oltre regione, nell’area di Castel di Sangro, la quale dista molti chilometri dal capoluogo l’Aquila e avendo a disposizione a 10 minuti la città di Isernia, i cittadini dell’area sangritana potrebbero usufruire, con minori costi di spostamento, del tribunale pentro. Stessa cosa per l’area casertana matesina, in cui la distanza dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere è notevole, con minori pesi economici e con breve distanza, gli abitanti dell’alto casertano, potrebbero far parte del comprensorio del tribunale di Isernia. Si cercano quindi soluzioni, forse temerarie in questo momento, dove il Governo e il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, pare abbiano già deciso sulle sorti dei nostri tribunali.

Nel concetto di macro regione, che va di giorno in giorno prendendo sempre più consensi governativi, la Corte d’Appello di riferimento per il Molise sarebbe quella di Ancona. Questa decisione, se confermata, decreterebbe la fine della regione Molise che andrebbe accorpata in un breve periodo di tempo ad Abruzzo e appunto alle Marche, perdendo la sua autonomia. Il presidente Moscardino ha affermato: “Il Consiglio dell’Ordine non ritiene di dormire sogni tranquilli”.

D’altronde come si potrebbe! In questo periodo, dal 14 agosto data in cui è giunta la voce della cancellazione della Corte d’Appello di Campobasso, notizia confermata successivamente nella sua estrema gravità, si è ottenuto solo un minimo risultato: il rinvio forse al prossimo 13 settembre, della discussione del disegno di legge sulla giustizia, (dove rientrano anche i nostri tribunali) che tra tre giorni potrebbe essere portata al tavolo del Consiglio dei Ministri.

Secondo Moscardino, senza l’intervento della politica e dei nostri rappresentanti parlamentari, la fine è certa, ma qualora l’impegno profuso dai nostri onorevoli fosse meritorio, per scongiurare la perdita dei tribunali, bisognerebbe presentarsi al tavolo istituzionale (riferendosi in special modo al tribunale pentro) con un tribunale completo, senza criticità, cercando di risolvere l’endemica mancanza di giudici e personale che caratterizza la struttura giudiziaria isernina, con cause in dibattimento da anni, che non vedono il giudizio finale. Altrimenti: la soppressione è certa.

Si confida sull’intervento del deputato Danilo Leva, rientrato nelle grazie del presidente del Consiglio a cui spetterebbe un ruolo apicale nel P.D. e potrebbe scongiurare la dipartita della giustizia e a cascata la fine dell’autonomia regionale. Da Roma, comunque non giungono notizie positive. Moscardino, ha esortato gli avvocati a fare fronte comune, con l’ordine distrettuale degli avvocati del Molise e con l’Associazione Nazionale Magistrati affermando: “Bisogna portare un’unica voce di dissenso con i tribunali di Larino e Campobasso”.

Il Governo si è prefissato due obiettivi, ha continuato Moscardino, razionalizzare la giustizia e risparmiare sui costi di gestione. Eliminando il tribunale di Isernia: non si raggiunge l’obiettivo. Il nostro palazzo essendo di proprietà del ministero non è gravato del costo di locazione, mentre il tribunale di Campobasso è in fitto, e costa al Governo 800 mila euro l’anno.  Eliminando la corte d’Appello, che insiste nello stesso palazzo, rimarrebbe il tribunale, per cui lo Stato non risparmierebbe nulla. Con l’aggravio che da Isernia per qualsiasi causa bisognerebbe recarsi al tribunale di Campobasso.

L’Avv. Nico Vizzoco, ha preso la parola nell’assemblea: “siamo qui, ha affermato, per tentare di salvare il nostro posto di lavoro.  Io vengo a difendere la mia famiglia, il futuro dell’avvocatura. Non ci sarà più tessuto economico per noi senza Corte d’Appello e i nostri tribunali. Tutti i professionisti collegati alla giustizia, perderanno il posto di lavoro, insieme alla metà di noi avvocati, giovani e meno giovani: sarà un’ecatombe”. Vizzoco ha concluso, invitando i colleghi presenti, ad un momento di riflessione sulla professione dell’avvocato, bistrattata e senza diritti.

Dopo i diversi interventi, ha ripreso la parola per le conclusioni il Presidente dell’Ordine. “Cerchiamo di far capire al Ministro di Grazia e Giustizia che la Corte d’Appello di Campobasso, potrebbe essere anche un riferimento territoriale extraregionale, che potrebbe accorpare i tribunali già chiusi di Vasto e Lucera, secondo l’ottica di una Corte d’Appello ogni 4 tribunali”. In questo caso resterebbero in piedi, ha concluso, anche i tribunali di Larino e Isernia.

L’assemblea si è chiusa, con la convinzione di portare una voce univoca di dissenso, contorniata da mille ragioni al Governo. Si tratta comunque, di una speranza malcelata da una paura reale, che tutti gli sforzi per la salvezza, possano rivelarsi irrimediabilmente inutili.
                                                                                                                                  P.T.


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