domenica 21 settembre 2014

Caos nel PD regionale. I Big del partito disertano l’assemblea regionale di Ferrazzano: la posizione critica di Scarabeo.



L’Assessore regionale Massimiliano Scarabeo attraverso un comunicato stampa al calor bianco, stigmatizza le posizioni decisionali anomale che sta vivendo il Partito Democratico in questo momento a livello provinciale e regionale. In primis, l’autorevole esponente del Pd, punta la sua attenzione sulla candidatura delle provinciali e su un sistema elettorale che ha permesso, senza un consulto politico, delegittimando i cittadini, di candidare Luigi Brasiello al ruolo di presidente nella coalizione di centro-sinistra. 


Non è un attacco alla figura del candidato, precisa Scarabeo, ma alla mancata condivisione della scelta della candidatura da parte del primo partito in regione e in Italia. Si tratta di una posizione non partecipativa, e assolutamente personale, studiata a tavolino da pochi intimi, con il solo ed esclusivo ausilio dell’aritmetica al fine di ottenere una vittoria elettorale del candidato. In questo caso, doveva come è di prassi, esserci una riunione con i principali esponenti politici che hanno concesso la loro disponibilità e il loro consenso a Brasiello per essere eletto sindaco di Isernia.

Così non è stato e questa campagna elettorale, pur giustificata dal voto ponderato con cui si andrà alle urne per eleggere il presidente e il consiglio provinciale, risulta assolutamente priva di quel consenso politico necessario, per poter successivamente governare e permettere la condivisione delle scelte che si andranno ad affrontare. Scarabeo, punta l’indice accusatore sull’assemblea regionale del Pd che si è tenuta oggi domenica a Ferrazzano e alla quale non ha partecipato. L’Assessore Regionale, lancia vere e proprie invettive nei confronti del segretario regionale del partito.

Si propone una variazione statutaria che è un atto straordinario – afferma Scarabeo - eludendo tutta una serie di consultazioni necessarie a raggiungere un accordo preliminare, come è di prassi. Non essere coinvolti nelle decisioni straordinarie del partito eludendo i necessari passaggi propedeutici, e portare direttamente all’assemblea e al voto, decisioni unilaterali di una maggioranza che viene fuori da un voto inquinato delle primarie – continua l’esponete regionale del Pd – non è accettabile.

Un Partito Democratico che è rappresentato da persone che non rappresentano le istituzioni – conclude Scarabeo - ed evitano il dialogo imponendo, atti di forza, nell’egida di un segretario regionale appiattito ancora su un risultato elettorale, in una maggioranza non rappresentativa e assolutamente incapace di dialogare con le diverse anime del partito. All’assemblea regionale del Pd indetta dal sindaco di Riccia, sono mancati tutti i big, dal citato Ass. Reg. Massimiliano Scarabeo al deputato On. Danilo Leva; dal presidente del Pd On. Laura Venittelli al Sen. Roberto Ruta, a dimostrazione della larga mancata condivisione del modus operandi del segretario regionale.

Veniamo ai fatti di oggi. Il segretario regionale del Pd Fanelli, dopo una prima consultazione per l’approvazione della variazione statutaria, ha rinviato l’assemblea al pomeriggio inoltrato, concertando una serie di consultazioni telefoniche per convincere gli aventi diritto al voto, così da ottenere il numero necessario per poter determinare la variazione statutaria. Poi, una nota dolente che ha sollevato molte perplessità e accese contestazioni all’interno dell’assemblea. Sembrerebbe che alcuni membri del direttivo, aventi diritto di voto, pur risultando assenti avrebbero espresso il loro consenso in assemblea. Tutto, naturalmente da confermare e da appurare realmente.

Se questo sia avvenuto, e se vi siano stati eventuali responsabilità e comportamenti non ortodossi, al fine di raggiungere la maggioranza, risulterebbe di una gravità inaudita. Si andrebbe a unire agli strani risultati di Riccia per le elezioni del segretario regionale del Pd, che vide la competizione tra l’attuale segretario Michela Fanelli, contro la sfidante e parlamentare Laura Venittelli. Dopo le 12 ore di urne aperte finisce così: 9.340 voti per Micaela Fanelli, 7.544 per Laura Venittelli. La renziana divenne la nuova segretaria del Partito Democratico in Molise. Eppure qualcosa non tornava. Soprattutto nel comune dove amministra la stessa Fanelli e dove i risultati si imposero plebiscitari: 1.511 per la renziana, soltanto 39 per la deputata dem. Numeri schiaccianti, troppo schiaccianti. Tanto da far insospettire il comitato della Venittelli. Anche e soprattutto per un altro motivo: nel giro di sole 12 ore si registrarono ben 1.554 voti nell’unico seggio aperto a Riccia. Il calcolo è immediato: un voto ogni 27 secondi. Affluenza ai limiti dell’immaginabile e, forse, anche al di là dell’immaginabile, considerando i tempi logistici per identificazione ed espressione del voto. Senza dimenticare un altro piccolo dettaglio: a Riccia mai il Pd aveva fatto registrare questi numeri.







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