martedì 2 settembre 2014

Addio Provincia di Isernia. Definirlo solo territorio è molto riduttivo, e se optassimo per "Contado di Isernia"?



Le nuove Pagine Gialle senza il termine Provincia sostituito da "territorio"

La nostra idea di sostituire "territorio" con "contado"

E’ triste dover ammettere che le speranze di rendere più visibile Isernia in quanto provincia è oramai impossibile. Per legge si è decretata la cancellazione del termine “provincia” in Italia. E’ ancora più triste vedere il titolo sulle Pagine Gialle che riporta da quest’anno solo: “territorio di Isernia”. Siamo tornati al 1969, ma senza entusiasmo, l’anno prima della costituzione della provincia pentra.


 
Tutti gli sforzi degli allora uomini di governo e di rappresentatività delle professioni, in primis l’Avv. Mario Di Nezza, che vollero offrire una dimensione che identificasse  questo territorio in un sogno di crescita comune e di importanza nazionale, sono state vanificate, dopo 44 anni, da un decreto legislativo che annulla e cancella la storia di lotta per un’indipendenza che è svanita nel nulla dell’Europa. Dei sacrifici inutili che si riassumono nella spending review, nella castrazione chimica di un territorio reso sempre più marginale, per scelta governativa, ma questo è un altro argomento.
Soffermiamoci su una riflessione.

Mentre il Governo cancella le province, non fornisce in contemporanea termini sostitutivi, risulta limitativo, anche il termine “territorio” per identificare le ex province.
Che si possa chiamarla nel nostro caso “terra di lavoro”, come era identificato storicamente tutto il territorio molisano, fino all’eversione del feudalesimo nel 1860, risulterebbe una presa per i fondelli, in quanto con il tasso di disoccupazione che affligge Isernia e limitrofo, con un terzo dei residenti senza lavoro, oggi il termine più adatto sarebbe: terra di disoccupazione.

Qualcosa bisogna pur inventarsi per eliminare quel fastidioso insignificante sostantivo racchiuso banalmente in “territorio”. Potremmo mutuare dagli States e chiamarle “contee”, risulterebbe fonicamente accettabile esempio: “Contea di Isernia”. Oppure ritornare all’arcaico “contado” che suona bene, immaginate: “contado di Isernia”. Racchiude qualcosa di più adatto alla vera natura dei nostri luoghi con manieri, borghi, monumenti e storia a volontà. Risulterebbe accattivante anche per eventuali, utopici fino ad oggi, pensieri di sviluppo turistico.

Dove andiamo in vacanza quest’anno direbbero all’estero: nel “contado di Isernia”, ti riempie la bocca, conduce a sapori di contadini che coltivano ancora viti e olive, frutta e verdura. Il contado, diciamo la verità sa’ di buono e cattura l’immaginario collettivo e lo proietta nella dimensione che abbiamo sempre desiderato, quella di una valorizzazione concreta della nostra terra.

Vada per “Contado di Isernia” con i suoi 52 borghi, 52 perle della collana Isernia. Creato il termine sostitutivo con facilità, ora non resta altro da fare che spingere la gente a restare ancora in questo contado, in questo caso la vedo dura!

P.T.


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