lunedì 28 luglio 2014

Agnone. Grande perplessità dei cittadini sulla morte di Adriano Orlano schiacciato da una rotoballa e dal successivo accoltellamento di un uomo da parte del padre, in chiesa ai suoi funerali.

Inquietante, è il giusto aggettivo da utilizzare per un “incidente”, quello avvenuto nella campagna di Agnone qualche giorno fa. 




Tra i cittadini di Agnone vi è un gran vociare e delle perplessità legittime sull’accaduto e il successivo epilogo finito in chiesa con un accoltellamento.Adriano Orlando, il contadino 43enne di Agnone era scomparso da casa da qualche giorno, il suo corpo è stato rinvenuto il 24 luglio schiacciato in una rotopressa agricola in località “Posticchia”, nella campagna agnonese.



L’ipotesi dell’incidente è stata subito presa per buona, in quanto il mezzo agricolo è stato trovato spento e senza benzina. Raccogliendo informazioni, tra i possessori di mezzi agricoli professionali, quali una rotopressa o rotoballa, si evince, che farsi male o morire schiacciati al suo interno è molto difficile, (rarissimo, secondo gli agricoltori) ma non impossibile (si sono verificati negli anni, almeno tre incidenti mortali similari in Italia)  Nei casi degli incidenti registrati su questi potenti mezzi, si sono avuti per estreme imprudenze: perdite di equilibrio, indumenti larghi che finiscono nei pettini e trascinano la vittima nei micidiali meccanismi per rollare il fieno.

Generalmente, essendo delle macchine che possono essere guidate e assistite da una sola persona, spesso non vi sono testimoni oculari degli incidenti. Anche nel caso di Agnone, non essendoci testimoni, vista la zona abbastanza isolata dove si è verificata la disgrazia si è presa per buona la causa del sinistro. L’evento che è seguito al rinvenimento del corpo della vittima, lascia aperte delle domande a cui ancora oggi non giungono delle risposte definitive.

Il padre della vittima, in chiesa mentre si svolgono i funerali accoltella all’addome un uomo. Si è appreso, che tra i due non corresse buon sangue da molti anni, ma per quale motivo, proprio durante i funerali del figlio, dove un genitore è straziato dal dolore, pensa di commettere un omicidio, davanti a tutti? Cosa ha spinto l’uomo, proprio in quel momento a pensare ad un gesto così efferato e realizzarlo? Di cosa egli è a conoscenza che gli inquirenti non sanno sul caso?

Potrebbe egli avere addossato per qualche motivo, la responsabilità della morte del figlio a questa persona a cui spesso era venuto in conflitto negli ultimi anni? E’ qui, che l’ipotesi dell’incidente, lascia spazio alla fantasia, in un gesto estremo, come il tentato omicidio perpetrato in chiesa da un uomo tranquillo, gran lavoratore e timorato di Dio.

P.T.


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