venerdì 10 maggio 2013

Anche la Regione Molise in prima linea contro la violenza sulle donne

Nota congiunta Ciocca - Ioffredi. Dando immediatamente seguito alla proposta programmatica  inserita nel programma elettorale del centro-sinistra, siamo già al lavoro per la predisposizione normativa attinente l’istituzione di  un "Centro antiviolenza" che farà a sua volta da apripista per la realizzazione di una "Casa rifugio".








Il complesso e allarmante fenomeno della violenza sulle donne -  che  necessita dell’attivazione di una task force governativa che sarà nelle prossime ore all’attenzione del Consiglio dei Ministri, così come anticipato ieri dal vicepremier Alfano – richiede una risposta forte, ferma, determinata e concreta.  In questi giorni abbiamo già avviato una serie di positivi incontri con eminenti e specchiate professionalità che operano in regione al fine di procedere ad una seria rilevazione del fenomeno e delle sue necessità.

La proposta di legge alla quale stiamo lavorando in maniera condivisa intende coordinarsi e collegarsi al Piano Nazionale Antiviolenza ma bypassando, a livello regionale, quelle che erano le criticità emerse a margine della sua approvazione nel febbraio 2010. Come è fin troppo evidente, servono interventi immediati e pratiche virtuose di sanità, scuola, giustizia, economia che portino al raggiungimento dello stesso obiettivo.

Nel lavoro che stiamo portando avanti, abbiamo bene in mente le buone pratiche messe in cantiere negli anni dalle Regioni Puglia e Piemonte che sono impegnate in prima linea per contrastare – con norme, azioni concrete e strutture dedicate – il fenomeno della violenza sulle donne. Parimenti la nostra attenzione è puntata sulle politiche europee che attengono lo stesso argomento.

I macro obiettivi da realizzare con tempistiche diverse ma parimenti urgenti sono l’istituzione di un centro antiviolenza, la predisposizione di azioni di prevenzione della violenza contro le donne e i minori e di sostegno alle vittime, la realizzazione di una struttura di accoglienza.  Intendiamo affrontare in modo adeguato la rilevazione, la sensibilizzazione, la prevenzione, la formazione di tutti gli operatori interessati definendo compiti e funzioni con la certezza dei fondi a disposizione.

Per questo riteniamo che nell’ambito del Piano nazionale che il Governo Letta intende immediatamente mettere a regime, debbano essere definite in maniera certa le azioni della Regioni, i compiti degli Enti Locali relativi alla programmazione degli interventi e al coordinamento degli organismi deputati sul territorio, la promozione e il sostegno alla formazione degli operatori.

Crediamo che sia di prioritaria importanza  poter contare su un capitolo di bilancio dedicato, che consenta la certezza dei fondi per la realizzazione di campagne ed interventi finalizzati alla costruzione, al potenziamento e alla valorizzazione dei centri antiviolenza e per la prima accoglienza in emergenza. Fondi che in seguito dovrebbero essere poi assegnati agli Enti Locali per la gestione e l’operatività.

La mancanza di un centro antiviolenza, nella nostra regione, ha una serie di conseguenze precise e facilmente intuibili, che naturalmente si ripercuotono negativamente sulle vittime: senza un centro non c’è un adeguato lavoro di rete locale e di conseguenza vengono a mancare le iniziative di sensibilizzazione e di intervento che risultano quindi sporadiche e affidate ad una conoscenza parziale del fenomeno.  La mancanza di una rete locale non permette lo scambio e la formazione sistematica tra i diversi servizi e operatori che potrebbero intervenire sul fenomeno.

Risulta per questo di prioritaria importanza la rilevazione quantitativa e qualitativa del fenomeno: come e quanto è diffusa la violenza sulle donne nel nostro territorio e quali le azioni da mettere in campo per contrastarla.

Attraverso il lavoro condiviso che stiamo portando avanti, intendiamo immediatamente procedere alla rilevazione del fenomeno e all’istituzione prioritaria di un numero verde attivo su tutto il territorio regionale 24 ore su 24, con la presenza di operatori appositamente formati e in grado quindi di definire le esigenze di chi chiede aiuto.

All’interno del Centro antiviolenza saranno realizzati colloqui preliminari per individuare i bisogni e fornire consulenza legale, psicologica e orientamento al lavoro in forma gratuita. Saranno promossi percorsi personalizzati e sostegno alle iniziative di contrasto alle forme di violenza che vengono messe in atto (sessuale, fisica, psicologica, economica, molestie, ricatti, stalking), sarà garantita l’ospitalità in emergenza temporanea, in sicurezza e in maniera anonima anche ai troppi minori coinvolti nei drammi familiari.

Il "Centro antiviolenza", come è evidente, riveste una importanza fondamentale per affrontare la tematica con strumenti mirati a fornire un aiuto immediato e sarà l’anticamera per la realizzazione di una "Casa rifugio" che offrirà alle donne e ai figli minori un luogo sicuro per sottrarsi alla violenza del partner. Un luogo dove intraprendere con tranquillità un percorso di allontanamento emotivo e materiale dalla relazione violenta, dove ricostruire con serenità la propria autonomia, dove ricominciare a vivere.

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