venerdì 21 dicembre 2012

Nuovo piano di Poste Italiane S.p.A. per la chiusura e la razionalizzazione degli Uffici postali del Molise

La decisione di Poste Italiane S.p.A. di procedere alla razionalizzazione e alla chiusura di uffici e sportelli sul territorio molisano merita di essere riconsiderata e ricondotta ad un confronto costruttivo e responsabile con le istituzioni regionali e locali, in linea con ciò che è stato fatto in altri territori e in altre regioni italiane.








Non è in discussione l’esigenza aziendale di procedere ad una riorganizzazione delle proprie attività, ma non bisogna oscurare i diritti dei cittadini delle aree interne e delle piccole comunità, già penalizzati da disservizi e difficoltà di ogni genere, che si ritroverebbero privati anche degli uffici postali con conseguenti disagi a carico degli anziani e delle fasce popolari più deboli.

Su questi aspetti di carattere sociale, lo Stato si è impegnato a contribuire annualmente a coprire parte delle diseconomie di bilancio di Poste Italiane S.p.A. e deve mantenere tale obbligazione senza scadere in un’indifferenza incomprensibile e in un omissione inaccettabile.

Contestualmente sia le regioni che i comuni potrebbero agevolare il mantenimento del servizio postale nelle aree montane e nei paesi meno popolati con interventi di sostegno sulle sedi, sui fitti dei locali, sulle bollette e sui costi fissi degli uffici.

Con queste modalità, la sollecitazione del Comune di Duronia (CB), condivisa anche dal Sindaco di Campobasso e dal Presidente della Provincia di Campobasso, che si allega e che possiamo considerare rappresentativa di tutte le altre realtà locali simili, potrebbe essere oggetto dell’apertura di un tavolo di confronto con l’azienda, già chiesto da CittadinanzAttiva Molise con una petizione popolare firmata da 4 mila residenti delle comunità molisane interessate dalla razionalizzazione e dalle organizzazioni sindacali di settore che giustamente evidenziano l’aumento dei carichi di lavoro, la riduzione dell’organico e la materiale impossibilità di fronteggiare una maggiore mole di attività con meno personale e meno sportelli aperti.

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