domenica 24 giugno 2012

Sei incinta? Allora ti tagliamo lo stipendio

“Questa drammatica segnalazione-comunica la Consigliera di Parità della regione Molise Giuditta Lembo- è all’esame della Rete delle Consigliere di Parità.   Solo qualche anno fa le Poste Italiane avevano ricevuto il bollino rosa S.O.N.O.- Stesse Opportunità Nuove Opportunità promosso dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale”.







Tale iniziativa-precisa la Lembo-,aveva la finalità di comprendere il complesso fenomeno dei differenziali retributivi che colpiscono le lavoratrici in ampi segmenti del mercato del lavoro e certificava le buone prassi in termini di strategie e pratiche aziendali tendenti alla valorizzazione della presenza e delle competenze femminili, ma pochi giorni fa, l’azienda, insieme a UilPoste, Failp-Cisal, ConfsalCom e UglCom: quattro organizzazioni sindacali che, insieme, rappresentano il 22% delle lavoratrici e dei lavoratori dell’azienda, ha sottoscritto un accordo separato che toglie 140 euro di Bonus alle future mamme.

Ciò è stato possibile attraverso un passaggio formale ossia : l’astensione obbligatoria per maternità viene equiparata all’assenza per malattia”.”In qualità di Consigliera di Parità della regione Molise , rappresento il mio pieno sostegno alle dipendenti delle Poste e sarei curiosa di conoscere le motivazioni che hanno addotto i sindacati sottoscrittori ad accettare tale atto discriminatorio nei confronti della donna ed in particolar modo della  maternità” .

”Ho appreso-continua la Consigliera - della lettera che la Cgil e la Cisl hanno inviato al ministro Fornero , firmata da Barbara Apuzzo (Coordinamento nazionale Donne Slc Cgil) e da Caterina Gaggio (Coordinamento nazionale Donne Sip Cisl), ma francamente trovo irrisorio, deludente e a dir poco singolare e sconvolgente che i  sindacati dissidenti non chiedono alla Fornero di annullare l’indicibile  accordo, bensì ,di revocare l’immeritato riconoscimento e di voler considerare la gravità dell’atto compiuto in termini di ‘cattivo esempio’ per quelle aziende che, pur non essendo paragonabili per storia, dimensioni e risorse a Poste Italiane, contribuiscono ogni giorno ad una reale valorizzazione delle politiche di Pari Opportunità”.

“Il compito principale delle Consigliere di Parità -spiega la Lembo-  è quello di denunciare ogni forma di discriminazione di genere ed impegnarsi in tutti i modi a rimuoverla, anche con l’appoggio delle altre Istituzioni. Pertanto, la cosa migliore sarebbe che Poste Italiane facessero marcia indietro piuttosto che cercare di difendere un accordo extracontrattuale a dir poco vergognoso e lesivo della dignità delle lavoratrici. Donne, a  tutti i costi  difendiamo la maternità e i nostri figli!”.

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